RCA: tariffa unica nazionale per i virtuosi

Incidente Stradale

La tariffa unica è una soluzione?

La ricetta per ridurre i premi RCA? Il comune di Napoli propone la tariffa unica nazionale.

La proposta, avanzata anche da altri oltre il suddetto comune, sarebbe quella di eliminare la differenziazione territoriale di tariffa per tutti gli assicurati che per cinque anni non avessero causato sinistri. In questo modo i premi per assicurare un’automobile, soprattutto nelle provincie del sud, potrebbero scendere vistosamente andando a premiare i conducenti virtuosi.

Non è tardato il commento dell’associazione nazionale delle Imprese di assicurazione: “Invece di sostenere misure improponibili dal chiaro sapore elettorale, occorrerebbe affrontare le vere ragioni che tengono alti i prezzi della r.c. auto in alcune province del sud”.

Nel comunicato stampa, inoltre, l’ANIA rammenta che la proposta è illegittima perché contraria alle Direttive Europee sulla concorrenza, che vietano di imporre alle imprese di assicurazione condizioni di prezzo.
Aggiungiamo che tecnicamente è insostenibile perché verrebbe a mancare il meccanismo mutualistico sul quale si basa l’assicurazione. In virtù di questo meccanismo gli assicurati che avessero provocato un sinistro nei cinque anni di osservazione si troverebbero a pagare un premio esagerato, vicino al costo del danno provocato. Quindi si dovrebbe intervenire in altro modo per coprire il disavanzo che si realizzerebbe, con le compagnie che sarebbero costrette a stabilire una “tariffa unica” con penalizzazioni per  l’intera comunità degli automobilisti virtuosi.

“Il rischio assicurativo – sottolinea l’ANIA – non è uguale dappertutto. Per ragioni che i proponenti dovrebbero conoscere, gli automobilisti napoletani, anche quelli “virtuosi”, hanno una maggiore propensione a causare incidenti.”

Il comunicato prosegue: secondo l’ultima rilevazione dell’Associazione la frequenza sinistri di quanti sono collocati nella prima classe di bonus-malus a Napoli si attestava nel 2012 all’8,10% a fronte della media nazionale del 5,63%.
Queste differenze di rischiosità territoriale fanno sì che i prezzi della r.c. auto non possono essere uguali, altrimenti si realizzerebbe un’ ingiustizia, poiché le comunità di cittadini meno rischiose sarebbero costrette a sussidiare le comunità più rischiose. I sindaci delle comunità più virtuose potrebbero non essere d’accordo.

Invece di proporre, appunto, scorciatoie legislative, l’Ente locale partenopeo potrebbe collaborare più attivamente con la magistratura per ridurre il numero abnorme di frodi automobilistiche nella provincia campana, tra le principali cause delle differenze tariffarie con il resto d’Italia. Oppure operare per una migliore manutenzione delle strade visto che dalle rilevazioni dell’Osservatorio Ania per la sicurezza stradale risulta un numero elevato di punti pericolosi (ben 149) responsabili di incidenti. O, infine, contrastare con maggiore decisione il fenomeno, anch’esso grave nella provincia napoletana, degli automobilisti privi di copertura assicurativa (o con contrassegni falsi) i cui incidenti sono indennizzati dal Fondo vittime della strada, con contributi a carico di tutti gli assicurati.

Giuseppe Cutillo

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