MALASANITA’ E ASSICURAZIONI – La pioggia di denunce contro i medici mette ko le compagnie

INTERVENTO DI DARIO FOCARELLI, direttore generale Ania – La valanga di denunce contro medici e strutture sanitarie ha fatto esplodere le perdite del ramo assicurativo della responsabilità civile sanitaria: il costo dei sinistri eccede i premi raccolti del 50% – Gli alti costi stanno rarefacendo l’offerta – I rimedi possibili e i ritardi della politica.
FirsOnline.it – 21 Marzo 2015

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MALASANITA’ E ASSICURAZIONI – La pioggia di denunce contro i medici mette ko le compagnie

In Italia si assiste da anni ad un preoccupante aumento delle denunce connesse con la malpractice medica, con importanti ricadute negative sulla spesa sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale, sugli equilibri tecnici del ramo r.c. sanitaria e, in ultima analisi, su medici e strutture. Le motivazioni del trend di aumento del rischio sono note: la dilatazione della definizione della responsabilità del medico, l’aumento dell’entità dei risarcimenti e la maggiore litigiosità. Il fenomeno è comune a tutti i paesi sviluppati ma altrove (USA, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Irlanda, Francia) leggi di riforma sono intervenute nei primi anni del nuovo secolo a contenerne gli effetti economici. 

In Italia nulla è stato fatto scaricando sugli agenti economici il peso di una situazione divenuta insostenibile. Da oltre un decennio il ramo assicurativo della responsabilità civile sanitaria sta registrando, in modo sistematico, ingenti perdite. Tra il 2001 e il 2012 il costo dei sinistri del ramo ha ecceduto i premi raccolti in media del 50% nelle coperture per i medici e del 72% in quelle per le strutture. Per larga parte delle specializzazioni i costi delle coperture per i medici restano infatti accessibili (al disotto dei 1.000 euro per medici dipendenti) con qualche picco per alcune attività in libera professione ad alto rischio. Il costo sinistri per le strutture sanitarie, è consistente: nel 2013 questo era pari, in media, a 107 euro per ricovero. Per l’incertezza di determinare il costo finale dei sinistri l’offerta assicurativa per la copertura dei rischi delle strutture mediche si è progressivamente rarefatta. Molte regioni hanno deciso di gestire il rischio di malpractice ricorrendo alla cosiddetta autoassicurazione. Tuttavia in mancanza di fondi adeguati per coprire il costo futuro dei sinistri (caratterizzati da una lunga latenza) è già possibile prevedere la emersione di un nuovo buco nella finanza pubblica. Le soluzioni di policy da percorrere per mitigare l’impatto del fenomeno dovrebbero mirare a una drastica riduzione dei sinistri intervenendo su più fronti. Nel campo della prevenzione sarebbe opportuno predisporre misure volte a diffondere una maggior cultura del rischio, incentivando l’adozione di protocolli di risk management presso le strutture e i professionisti. 

Da più parti si ritiene poi che l’impianto giuridico sottostante necessiti di una profonda revisione partendo da una rivisitazione del concetto di responsabilità, la cui dilatazione ha contribuito non poco in questi anni all’aumento dei costi della malpractice medica. Infine, per ridurre l’alto grado di incertezza sull’entità dei sinistri, sarebbe auspicabile l’introduzione di limiti e la standardizzazione dei danni non patrimoniali, nonché l’incentivazione al ricorso a forme alternative di risoluzione del contenzioso. La recente legge Balduzzi (2012) affronta parte di queste problematiche, benché solo sul piano programmatico. A distanza di quasi tre anni il relativo provvedimento attuativo deve ancora essere emanato. In particolare rimane inapplicata la norma con cui la legge aveva stabilito, per il risarcimento dei danni biologici, il ricorso alle medesime tabelle previste per il pagamento dei danni conseguenti alle lesioni gravi nella r.c. auto. Peraltro si tratta di un adempimento di cui il settore assicurativo attende l’esecuzione a ormai dieci anni dalla sua previsione normativa.

Giuseppe Cutillo