Diritti persi con il decreto Destinazione Italia

Incidente StradaleL’Associazione familiari vittime della strada, il Sindacato italiano specialisti in medicina legale e delle assicurazioni, Assoutenti, il Comitato unitario patrocinatori stragiudiziali italiani, l’Organismo unitario dell’avvocatura, l’Unione avvocati responsabilità civile e assicurativa, lo Sportello dei diritti, e Federcarrozzieri queste sono le sigle che contestano l’operato del Governo sulle norme del decreto Destinazione Italia.

È l’articolo 8 ad essere contestato perché introduce limitazioni ai diritti dei danneggiati – consumatori, ed in particolare la possibilità di rivolgersi ad un riparatore di propria fiducia. Il risarcimento in forma specifica infatti precede che nel caso in cui il danneggiato intenda farlo resterà a suo carico la differenza tra il consto di un lavoro eseguito a regola d’arte e l’importo che verrebbe corrisposto ad un operatore convenzionato (con la compagnia assicuratrice).

Sempre secondo queste sigle gli assicurati hanno perso il diritto al risarcimento in caso di mancata riparazione. E ancora … sarebbe perso il diritto al rimborso delle spese mediche e di cura salvo non ci si rivolga ai “famigerati” centri convenzionati (con la compagnia assicurativa).

Dure le dichiarazioni delle sigle: “È evidente che l’impianto generale delle norme introdotte è affetto da gravi vizi: questi dimostrano un’imbarazzante mancanza di conoscenza del quadro giuridico di riferimento. Ancora una volta non si è inteso affrontare il problema reale della Rc auto che notoriamente è la mancanza di concorrenza tra imprese in un quadro oligopolistico dove tre gruppi controllano quasi il 70% del mercato Rc auto. Nell’ultimo decennio, la frequenza sinistri è scesa in modo esponenziale, attestandosi sotto il 5% e, anche a seguito di ripetuti provvedimenti volti a contenere i risarcimenti, le imprese hanno recuperato redditività tanto che nel 2012 il ramo Rc auto ha prodotto utili per un miliardo e ottocento milioni di euro e il 2013 si appresta a divenire un anno di utili record per il settore”.

Sarà il Parlamento, che deve convertire il decreto in legge, a decidere se tener conto o meno delle contestazioni.

Giuseppe Cutillo

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