Come dare a tutte le famiglie una “ quattordicesima ” e una sanità integrativa che faccia risparmiare

RASSEGNA STAMPA: Alberto Brambilla ci racconta delle possibili soluzioni che potrebbero aumentare il risparmio e migliorare la sanità. Come dare a tutte le famiglie una “ quattordicesima ” e una sanità integrativa che faccia risparmiare

salvadanaio 

Come dare a tutte le famiglie una “ quattordicesima ” e una sanità integrativa che faccia risparmiare

(Autore: Alberto Brambilla – Il Punto, Giornata Nazionale della Previdenza)

È fuor di dubbio che la crisi finanziaria complice la globalizzazione che ha ridotto la competitività di molte nostre produzioni, ha impoverito le famiglie italiane. Inoltre, per chi le tasse le paga davvero il carico fiscale è tra i più elevati d’Europa con un record assoluto per quanto riguarda la contribuzione previdenziale; il 33% sull’intero reddito (100 mila euro per i contributivi puri). Il governo Renzi ha tentato di mettere nelle tasche di una parte delle famiglie un po’ di soldi, i famosi 80 euro (meno, a volte molto meno di mille euro l’anno) e maldestramente il TFR in busta paga con una tassazione penalizzante. Alcuni partiti e politici hanno proposto altre forme di sostegno alla famiglia tra cui il quoziente familiare (riduce il carico fiscale in base al numero dei componenti il nucleo familiare), il reddito di cittadinanza o elevazione del reddito su cui non si pagano imposte. Tutte soluzioni discutibili sotto il profilo dell’equità fiscale, di sapore parecchio assistenziale e molto costose.

Ci sono invece due modalità che innalzano il senso di responsabilità civico dei cittadini (i diritti ma anche i doveri di cui spesso tutti ci dimentichiamo), sono poco o nulla costose per le casse dello Stato e quindi per tutti noi; soluzioni che tra l’altro possono evitare un aumento delle tasse, in primis l’IVA  al 24%.

Le due proposte, anche legate tra loro, si pongono due obiettivi: la prima con l’introduzione anche in in Italia del contrasto di interessi, di ottenere una “quattordicesima” cioè una somma pari a circa 1.650 di risparmio fiscale; la seconda consiste nella possibilità di beneficiare di un plafond unico di deducibilità fiscale e quindi di poter disporre di risorse anche con i soldi risparmiati a seguito della proposta di cui sopra, per la pensione complementare la non autosufficienza e la assistenza sanitaria. Poiché risparmio crea risparmio, vedremo che se investiamo i 1.650 € risparmiati con il contrasto di interessi in un fondo pensione o in assistenza sanitaria integrativa, di quei 1.650 € ne risparmiamo ancora un terzo perché sono “deducibili dalle tasse”.

Di seguito una sintesi delle due idee:

Il contrasto di interessi: riguarda la possibilità di dedurre tutte le spese che le famiglie fanno direttamente e senza intermediari per la manutenzione della casa, dei veicoli (auto, moto, biciclette) e per i piccoli servizi domestici e che si concludono sempre con la stessa frase: guardi il costo e 1.000 € se vuole la fattura sono 1.220 ma siccome a voi la fattura non serve perché non potete dedurre nulla vi faccio pagare solo 900 € . E’ poiché di “eroi fiscali” ne abbiamo pochi ma un risparmio di 320 € la vita non la cambia ma la migliora, in 9 casi su 10 si va “a nero”. Se invece si consente a ogni famiglia la possibilità di dedurre, in via sperimentale x tre anni, 5.000 € per queste spese ( esempio: idraulico, tappezziere, elettricista, imbianchino) o le spese del meccanico o del carrozziere o quelle della ragazza che ti aiuta in casa per 4 ore a settimana e che è complicato mettere in regola, si consente a queste famiglie una “quattordicesima” mensilità che nel caso di una aliquota marginale (addizionali IRPEF comprese) del 33%, vale 1.650 €! Ovviamente per questi lavori l’IVA sarà al massimo al 5% tanto lo Stato ci guadagna lo stesso perché se si fa una fattura ogni 10 lo stato incassa 22, mentre se tutti e 10 pagano il 5% di IVA lo Stato incassa 50 (non male come lotta all’evasione). Inoltre se la famiglia deduce vuol dire che il fornitore paga le tasse equivalenti se non di più, ma sopratutto paga i contributi sociali con doppio vantaggio per lo Stato; intanto incassa il 23% circa di contributi sociali su tutto l’imponibile e evita poi di rimanere cornuto e mazziato. E sì perché se questi fornitori non pagano i contributi poi a 67 anni gli dobbiamo anche pagare la pensione con doppio esborso per lo Stato e un carico fiscale abnorme per il poveraccio che evadere non può (forse vorrebbe).

Con questi soldi la nostra famiglia comincia a pensare a qualche tutela; per esempio a farsi una sanità integrativa. Nel 2014 le famiglie hanno speso di tasca propria (spesa out of pocket) ben 30 miliardi di euro. Quando uno è malato non guarda se la visita costa 100 o 200 € o se il medico fa o no la fattura (fiscale ovviamente). Paga e basta. Tuttavia una visita specialistica che in convenzione con un fondo o una cassa di assistenza sanitaria costa 80 € al privato può costare anche 200. Dico questo per far capire che se una famiglia investe la sua “quattordicesima” in un fondo sanitario, risparmia soldi nel momento del bisogno, evita i lunghi tempi di attesa, sceglie le strutture migliori e risparmia pure fiscalmente; infatti i 1.650 € pagati per la cassa sanitaria beneficiano della “deducibilità fiscale” per cui la nostra famiglia che ha una aliquota del 33% risparmierà 545 € e quindi è come se l’assistenza sanitaria fosse costata solo 1.105 €. Con gli altri ci fa il corredino scolastico o altre cose utili per la famiglia.

In Italia sono previste le seguenti agevolazioni fiscali: 5.164,57 € per il versamento a fondi pensione; 3.600 € per l’assistenza sanitaria integrativa e circa 550 per altre forme di welfare (asilo nido, colonie, borse di studio ecc). Se anziché avere queste deducibilità utilizzabili solo per la previdenza o sanità, ogni famiglia potesse disporre di un “plafond” di 9.000 € l’anno per tutte le forme di welfare da usare a secondo dei bisogni e delle situazioni in cui versa, avremmo fatto un grande balzo nell’aiuto al mattone fondamentale della società: la famiglia! Con notevoli vantaggi per i consumi, lo sviluppo e l’occupazione.

Quindi, per ricapitolare, faccio spese per 5.000 € l’anno, ho una aliquota del 33% (comprese le addizionali IRPEF) risparmio 1.650 € che investo in un fondo di assistenza sanitaria integrativa e calcolando la medesima aliquota fiscale, risparmio ancora il 33% cioè l’investimento al fondo pensione mi costa (1.650€ – 33%) 1.105 €. Ma non solo; siccome la nostra famiglia ha fatto nell’anno due visite specialistiche, non ha pagato nulla mentre senza il fondo sanitario avrebbe sborsato oltre 300 €, un risparmio che si va a sommare ai 545 € di deducibilità fiscale. Con un po di coraggio fiscale si genera un circolo virtuoso con benefici per le famiglie e lo Stato.

Giuseppe Cutillo