Padova: Assicurazioni-truffa, tre condanne

Assicurazioni-truffa. Accusa di associazione a delinquere per i tre agenti, risarcimento per Unipol

RASSEGNA STAMPA

sentenza

Padova: Assicurazioni-truffa, tre condanne

(Autore: Cristina Genesin – il Mattino di Padova)
Andavano forte i tre agenti assicurativi che, per conto del gruppo Unipol, sulla carta, firmavano a raffica contratti per lo più di polizze vita. Almeno 10 anni di affari d’oro. Finché la prima crepa ha provocato il crollo di quel castello di carta. Anzi di carta-straccia come si sono rivelati quei contratti fasulli in quanto mai inseriti nel sistema informatico della Compagnia e con numeri progressivi del tutto fantasiosi. Oltre un centinaio i clienti raggirati, senza contare Unipol che più di qualche danneggiato non ha esitato a portare in sede civile per riottenere il danaro investito. Ieri davanti al tribunale di Padova è arrivata la condanna per i tre agenti: due anni e 8 mesi a M. M., 52 anni di Solesino e a S. F., 62 di Pontelagoscuro, mentre al figlio di quest’ultimo, L. F., 40 anni residente a Sdenta (Rovigo) sono stati inflitti due anni e 4 mesi e il pagamento di una multa di 24 mila euro. Gli imputati dovranno risarcire in via provvisoria UnipolSai (30 mila euro) e altre tre partì civili (ex clienti) per un totale di 140 mila euro. Il resto potrà essere liquidato in un separato giudizio civile.

Le accuse di cui dovevano rispondere? Associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al falso. Assolto L. F. dall’accusa di appropriazione indebita, ovvero di aver omesso di versare a Unipol ben 5.503.005,16 euro derivanti dai pagamenti dei premi. Per quanto riguarda i reati di truffa e falso contestati a tutti, le condanne sono scattate solo per quelli commessi successivamente all’1 dicembre 2006: tutte le condotte precedenti, pur in violazione del codice penale, sono “coperte” dall’intervenuta prescrizione. Significa che è trascorso troppo tempo e l’azione penale non può più essere esercitata per legge.

Per anni i due agenti M. e F.-padre avevano emesso polizze su carta intestata della società Ugf assicurazioni spa del gruppo Unipol mai andate a buon fine. I soldi venivano pagati dai clienti. E sempre quei soldi erano incassati nell’ufficio in via San Luigi a Monselice. Ma le somme finivano altrove: in viaggi, ristoranti, forse anche nel gioco d’azzardo. Nel luglio 2009 un cliente aveva contattato M. informandolo di voler rientrare in possesso del capitale. Era stato concordato un appuntamento e F. senior aveva confessato: «Abbiamo fatto i birichini… La compagnia ripianerà i danni». A quel punto è decollata l’indagine e una crepa si è trasformata in voragine.
FONTE il Mattino di Padova

Giuseppe Cutillo