Lesioni personali stradali

superati 40 giorni di prognosi l’imputazione per il reato di lesioni personali stradali scatta d’ufficio

lesioni personali stradali - le criticità della legge
lesioni personali stradali

L’entrata in vigore della legge n. 41 del 2016, ha inserito nel codice penale il delitto di omicidio stradale (articolo 589-bis) per il quale è punito, a titolo di colpa, con la reclusione il conducente di veicoli a motore la cui condotta imprudente costituisca causa dell’evento mortale.

La stessa legge ha inoltre introdotto nel codice penale (art. 590-bis) il reato di lesioni personali stradali, le cui diverse fattispecie appaiono quasi del tutto speculari a quelle dell’omicidio stradale di cui al nuovo art. 589-bis.

A distanza di tre anni molte sono state le sentenze di condanna.

Ci preme soffermarci, in particolar modo sulle lesioni personali stradali: con l’introduzione della suddetta normativa è sufficiente causare incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni del danneggiato per un tempo superiore ai 40 giorni perché l’imputazione scatti d’ufficio.

Cosa vuol dire? Facciamo un banale esempio, frutto della casistica: un uomo, nel fare retromarcia, schiaccia il piede di un pedone, in prossimità delle strisce pedonali. Poiché la prognosi per le lesioni subite ha superato i quaranta giorni, l’automobilista viene denunciato d’ufficio, e dovrà subire un processo penale con il rischio concreto di revoca della patente per 5 anni e una condanna con reclusione da tre a dodici mesi, e alti costi da sopportare per la difesa.

Concentriamoci su quest’ultima, che non riguarda le sole spese per conferire l’incarico al miglior avvocato, ma anche quelle di perizia utili alla ricostruzione dell’avvenimento. La polizza di tutela legale da circcolazione, che copre le spese relative a qualunque caso relativo all’utilizzo e proprietà di veicoli, diventa necessaria nei casi di omicidio stradale e lesioni personali stradali.

Attendere che accada l’incidente sarebbe troppo tardi.

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Giuseppe Cutillo

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