E ora? Così le banche proveranno a distrarvi

Le banche offriranno nuove polizze a chi ha perso tutto. Ma il cliente deve pretendere il risarcimento.

fonte lettera24.it

prelievo-forzoso-conti-correnti

E ora? Così le banche proveranno a distrarvi

Lettera43.it pubblica un’intervista a Vincenzo Imperatore, “bancario pentito” autore del libro IO LO SO ED HO LE PROVE, in cui denuncia i modi “truffaldini”, o comunque poco trasparenti,  che utilizzavano le banche di piazzare “spazzatura” tra la clientela, in nome del solo “guadagno” (della banca). Pratiche oggi non completamente dimenticate. Di seguito alcuni stralci dell’articolo.

Tutti a guardare l’ultima scena e a esprimere pareri, giudizi, consigli (talvolta pontificando) senza aver visto l’intero film.
È quanto sta accadendo in questi giorni a seguito del fallimento delle quattro piccolissime banche (CariChieti, Etruria, Marche e Carife) che valgono, è bene ricordarlo, solo l’1% del sistema creditizio italiano.
Una minuzia.
SCOPRONO L’ACQUA CALDA. E quindi ora tutti a parlare di «profilo di rischio» (anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan), di pressioni commerciali, di bail in, di prodotti tossici.
Tutti argomenti affrontati nei miei libri (il primo, Io so e ho le prove, è di ottobre 2014), ma soprattutto ribaditi settimanalmente da circa un anno sulle pagine della rubrica “Lo sportello” di Lettera43.it.
Ma io non sono un mago, ho semplicemente vissuto in quel mondo: «Non sono la vittima di un sistema, ma quel sistema ho contribuito a costruirlo e alimentarlo».

LO SCENARIO È RIPETIBILE. Si potrebbe ripetere, ovviamente sotto forme diverse, questo tipo di scenario?
Il cantautore franco-belga Jacques Brel diceva: «Conosco delle barche che si dimenticano di partire, hanno paura del mare a furia di invecchiare».

Lo stesso meccanismo usato dopo il crac di Lehman Brothers

Nel febbraio del 2009 a tutti noi direttori di area arriva una convocazione per una riunione molto riservata in cui ci viene consegnato un documento con l’ordine di non divulgarlo ai nostri collaboratori.
In sintesi vi si diceva che la banca avrebbe avviato un’azione di customer care per tutelare in modo «paritario e indiscriminato» tutti i sotto­scrittori di polizze assicurative con sottostante obbligazioni Lehman Brothers.
Poiché la banca d’affari era fallita, e quindi le probabilità di recupero erano molto basse se non nulle, il top management pensò strategicamente di sottoporre a tutti i sotto­scrittori una duplice proposta.

IMMEDIATO INCASSO DEL 50%. La prima era di incassare subito la metà del capitale investito (quindi per­dere subito il 50%) mantenendo però la titolarità della polizza.
In altre parole, per l’altra metà, il cliente avrebbe dovuto sperare di recuperare qualcosa diret­tamente da Lehman attraverso le procedure concorsuali o comunque giudiziali.

POLIZZA NUOVA DI ZECCA. La seconda proposta era di trasformare la polizza in un’altra nuova di zecca.
Come a dire: carissimo cliente, con questa nostra offerta lei può recuperare quasi il 100% del capitale investito, ma con tempi più lunghi.
In pratica, chi avesse accettato avrebbe dovuto sottoscrivere una nuova assicurazione (quindi altre commissioni e spese a proprio carico) che annullava quella precedente. …..

Le indicazioni al cliente? Poche e lacunose

Tuttavia il problema non era tanto nella qualità della proposta, quanto nelle modalità, a dir poco lacunose, con cui doveva essere illustrata al cliente.
Nel documento si specificavano le indicazioni comportamentali che i manager avrebbero dovuto tenere, ovvero: «Non esprimere alcun parere sull’ordinanza emessa dal tribunale di Milano».

Il compito della banca? «Distrarre» il risparmiatore

Il nostro compito era «distrarre» il cliente, non farlo riflettere sulla possibilità di richiedere il risarcimento delle polizze precedenti ma, anzi, spingerlo a sottoscriverne una nuova che non aveva niente a che fare con Lehman Bro­thers.

RISERVATEZZA COI PIÙ OSTILI. Con i clienti più ostili, arrabbiati, poco concilianti, occor­reva invece stabilire degli incontri riservati, quasi carbonari, facendo terrorismo psicologico: caro cliente, nell’incertezza di un giudizio pendente, che non sappiamo come si con­cluderà, prenditi quello che ti stiamo offrendo perché alla fine potresti non ottenere nulla…».

Guardate anche il video qui sotto, illuminante:

Cosa aggiungere? Nulla, ognuno di voi è in grado di trarre le giuste conclusioni e già da oggi affidarsi a chi il risparmio lo sa gestire davvero.
A meno che non cerchiate speculazione. In questo caso è necessario mettere in conto le possibili (e probabili) perdite.

Giuseppe Cutillo